venerdì 5 novembre 2010

U SCECCU DI CARDARANU

 Cardaranu era un vecchio povero, ma padrone di un asino macilento, di pelo mirrinu per l’avanzata età.
L' inverno di quell' ultimo anno fu particolarmente rigido e l' attesa erba non cresceva per pecore, capre ed altri animali. Anche nella pagliera scemava sempre più il mangime per i quadrupedi amici dell’uomo.
Cardarano, più povero dei poveri di Villarosa, fu il primo ad essere prossimo al venir meno della paglia per il suo caro e unico bene.
Il poverino, quasi a nascondersi dal suo paziente amico, giorno dopo giorno gli sottraeva, con dolore, una manciata di paglia dalla consueta razione ordinaria.
 Il povero ciuco non aveva mezzi per protestare, e giorno dopo giorno, dimagrendo s' intristiva sempre più.
Il buon vecchietto si voleva illudere che il quadrupede si stesse abituando al rigido tenore di vita, almeno fino a quando l’erba sarebbe cominciata a crescere.
La speranza di Cardarano era nello scorrere dei giorni per arrivare alla tanto attesa Candelora, e ripeteva a sé stesso con ossessione:
-   Ppi la Cannilora di la ‘mmirnata simu fora.
Intanto il somarello sempre più smilzo non si alzava più dal giaciglio, rifiutava addirittura il magro pasto e a non beveva più.
Cardarano, ingenuamente speranzoso, credeva d' aver trovato il sistema di risparmiare sul mangime.
Una fredda mattina di febbraio l' asino  stirò le cuoia e non diede nessun segno di vita.
Piangendo Cardarano si lamentava con vicini ed amici:
- Propriu quannu s' aviva abituato a nun mangiari, mi va a mòriri...
Questa storia si conta a Villarosa, ma essa forse, come tante altre, esiste pure in altri paesi, con personaggi di diverso nome: l'antica povertà era infatti di casa in ogni luogo.
Me lo fa sospettare il fatto che, gironzolando per la rete, ho incontrato il detto che segue d’un'altra località che non ricordo, ma di cui ho preso nota: Cuomu lu sceccu di Ninu Marruni ca quannu si mparà a nun mangiari, murì

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