mercoledì 7 dicembre 2011

A MEZZANNOTTI

Propongo ai villarosani e non solo questa splendida poesia di De Simone poco nota al pubblico degli amatori che si sofferma allae più comuni.
 La poesia non avrebbe bisogno di commento in quanto si intuiscono i termine siciliani anche se essi sono lontani dei nostri giorni, ma voglio far presente alcuni particolari. Il tempo descritto è quello antecedente alla mia nascita, in quanto si parla ancora dei lampioni ad olio: la corrente elettrica arrivò a Villarosa nei primissimi anni ’30 e a Villapriolo dopo la seconda Guerra Mondiale. 
  A mezzanotte, ed anche a mezzogiorno, l’orologio della torre in piazza, e questo fino a tutti agli anni ’50, batteva 100 colpi. L’orologio, oggi è comunissimo ma allora era , insieme alle campane, il riferimento della gente che non si poteva permettere un "cipollone", il grosso orologio da tasca. La torre civica scandiva i momenti della giornata, della nottata e dava l’ora di alzarsi per andare a lavorare. I lampioni erano un picciu, cioè una debole luce. Le immagini sono bellissime: la luce d’una finestra che si spegne e un’altra si chiude con rumore. Gatti e cani che vagavano per cercare cibo. Col buio le stelle erano ben visibili e nel silenzio, privo di motori o televisori, si sentiva il gocciolare dell’acqua do cannuliddu, che era la fonte della stragrande parte del paese: era così presente nel silenzio che quasi conciliava il sonno agli abitanti della zona intorno.
  E poi, c'è tutto un mondo scomparso: le serenate, fatte con strambotti alla villarosana, accompagnate dal marranzano.
   

             
 
È mezzannotti, e lu raloggiu batti 
 centu mazzati una 'ncontra una; 
'n facci a lu pìcciu di li lampiuna 
'na finestra s'astuta, e n'autra sbatti.

Pinzirusi passianu li gatti 
supra lu spicu di li curniciuna; 
li cani, rastiannu agnuna agnuna,
dunanu a chiddu ca ccci ammatti ammatti.

Ascutu: 'ntra lu scuru ca si fedda, 
li stiddi 'nfittinianu, e la funtana 
annaca lu sunnuzzu a la vanedda;

mentri a l'adenzia di la faranzana, 
lu 'ncantaturi si 'ngulia la bedda 
ccu li strammotti a la Bellarrusana.

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