sabato 6 marzo 2010

IL MARE A VILLAROSA



Mentre osservavo la riproduzione del quadro della signora Santina Cannata, la visione del lago ritratto m’ha fatto andare indietro con la memoria a 60 anni prima.
Il protagonista di questo mio ricordo è un certo Gnaziu, villarosano che aveva lasciato il paese per Enna senz’altro prima della mia nascita, perché di lui non avevo sentito parlare prima ed in verità non seppi nulla in seguito.
Egli, industrioso e piccolo sbriga faccende nel capoluogo, era sostenitore accanito di un personaggio politico di rilievo in quel momento, tale comm. Paolo Savoca,  sindaco repubblicano del capoluogo. Sulla scia del grande politico meridionalista Napoleone Colajanni, ennese, il Partito Repubblicano Italiano in quella città era forte in quel tempo, anche se per poco ancora.
Nelle prima elezione del Parlamento repubblicano del ’48, il Savoca era candidato alla Camera dei Deputati.
Gnaziu si sentì in obbligo di tenere nel suo paese un comizio a sostegno del suo candidato.
Io quattordicenne, non sapevo nulla del personaggio Gnaziu, perciò accettai come normale la frenesia di alcuni che si preparavano al grande evento e nello stesso tempo con maggior curiosità.
Io seguivo quasi tutti i comizi, come del resto tantissimi italiani, e mi attendevo qualcosa di straordinario considerati i preparativi.
Gnaziu, circondato da seriosi fiancheggiatori, apparve finalmente sul balcone soprastante l'attuale bar Leone, su uno dei Quattro Canti.
Gli applausi si susseguivano fino al punto di bloccare il fluire delle argomentazioni del comiziante. Questi appariva emozionato per l’ardore dei suoi concittadini. Alla fine di uno dei più calorosi applausi ci fu un istante di silenzio, ovviamente programmato, e un signore dalla voce stentorea gridò:
- Vogliamo la Stazione alle porte della città!
Gnaziu che, giulivo e confuso com’era non capì il contenuto della richiesta, ma dal momento che era risaputo che in tempo di elezioni si promette tutto di tutto, solennemente gridò:
- E l’avrete!
L’entusiasmo appariva al massimo; io da parte mia pur intuendo che tanta bagarre  poteva essere fatto per celia, cominciai ad avere conferma del mio sospetto riflettendo a come si poteva far salire un treno su per  le curve di San Giulano…
Nella successiva pausa seguita ad altro delirante applauso, il solito cittadino col vocione la sparò più grossa ancora:
- Vogliamo il mare a Villarosa!
Gnaziu ancora più ubbriacato dall’ entusiasmo dei suoi concittadini e più stordito di prima, promise fermamente:
- L’avrete!
La piazza era tutta una festa, l’ardore era al massimo, il poverino volle concludere e gridò con tutto il fiato che gli restava:
- Per il bene di Villarosa, votate e fate votare il comm. Paolo Savoca! Arrivederci al 19 aprile sera!
Sul balcone Gnaziu fu preso d’assalto con abbracci e baci; spuntò un mazzo di fiori di campo che gli furono offerti e che lui pimpante agitava per farlo vedere alla folla osannante.
Finalmente Gnaziu col codazzo dei “sostenitori” scese giù.
Un tale, serio in viso (dicevano che era il cognato), si avvicino al comiziante e lo voleva trascinare fuori dal seguito, ma Gnaziu si schermiva perché voleva ancora ringraziare il suo popolo… il signore gli sussurrò qualcosa all’orecchio e con più decisione se lo tirò fuori della piazza.
Rimase proverbiale nei decenni successivi il mare promesso da Gnaziu ai suoi concittadini.
Finchè un giorno, dopo tante lotte, s’inaugurò il lago sulla Diga di Villarosa.
Quanti fummo presenti a quel famoso comizio del ’48, commentavamo:
- Abbiamo riso di Gnaziu e invece il “mare” è arrivato per davvero!

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